Marittimo colto da malore a bordo di motonave alla fonda nel Porto di Manfredonia: evacuazione medica via mare ad opera della Guardia Costiera

Rapido intervento in mare da parte della Guardia Costiera di Manfredonia sotto il coordinamento del 6° MRSC (Maritime Rescue Sub Centre) della Direzione Marittima di Bari per il soccorso di un marittimo colpito da malore a bordo di una nave da carico alla fonda nel Porto di Manfredonia. Non appena acquisita la richiesta di soccorso via radio, la Sala Operativa della Guardia Costiera attivava immediatamente il dispositivo emergenziale interessando, per il supporto medico del caso, gli specialisti del C.I.R.M. – Centro Internazionale Radio Medico di Roma e inviando sul posto la dipendente motovedetta CP 717. Il marittimo infortunato risultava essere lo stesso comandante della motonave, di anni 42 e di nazionalità turca, sofferente a causa di sospetta colica ureterale. I militari della motovedetta, non appena ricevuto il nulla osta al trasbordo del malcapitato da parte del C.I.R.M., ed in collaborazione con l’equipaggio della nave, riuscivano rapidamente ad imbarcare il marittimo che, dopo pochi minuti, veniva affidato alle cure del personale medico del 118 di Manfredonia, nel mentre allertato e già in banchina al rientro della motovedetta. Il marittimo, dopo qualche ora, veniva dimesso dall’ospedale di Manfredonia senza particolari conseguenze.

Da Guglielmo Marconi al terzo millennio: la telemedicina al sevizio di un mondo più sano e più giusto

Intervista https://www.globalist.it Il C.I.R.M. è, a memoria d’uomo, una delle prime esperienza di medicina a distanza, racconta a SaluteIN.news il suo Presidente Francesco Amenta. Tutto nasce da una straordinaria intuizione di Guglielmo Marconi, che alla fine dell’Ottocento pensò di utilizzare le onde radio anche per curare e guarire pazienti, che non potevano contare su un medico in carne e ossa”. Francesco Amenta, che del C.I.R.M. è il presidente in carica, racconta una gloriosa storia italiana.  L’attività del C.I.R.M. ha inizio il 7 aprile 1935. Il suo primo presidente è il premio Nobel Guglielmo Marconi. Il C.I.R.M. è una sua creatura, che precorre i tempi e riempie una pagina, che era bianca ed è già futuro. Il professor Amenta elenca numeri da capogiro… “A partire dal giorno inaugurale abbiamo curato a distanza centoventiquattromila pazienti, che si trovavano a bordo di una nave e salvato migliaia di vite umane. La nostra attività continua e in qualche modo si moltiplica. Le navi da carico, che trasportano l’ottantacinque per cento delle merci del pianeta, non hanno a bordo né medici, né infermieri dedicati. L’assistenza è delegata al comandante, che ha seguito corsi pomposamente definiti di medical care, ma che si riducono a quaranta ore di formazione nell’arco di un quinquennio. Siamo noi del C.I.R.M. ad assistere chi a bordo si è ammalato o infortunato”. Le navi sono stati il laboratorio di un percorso che si è esteso alla terraferma, seminato radici, spazzato via scetticismi e invaso il futuro. L’incubo della pandemia ha fatto da spartiacque fra la telemedicina pionieristica di Guglielmo Marconi e quella tecnologicamente sempre più avanzata, che è diventata non un’opportunità, ma un’esigenza. Professore concorda con me che la telemedicina è una svolta importante per il nostro Sistema Sanitario e che non c’è più tempo da perdere per passare dal tempo delle ipotesi e delle emergenze a quello della realtà quotidiana?  “Ci sono innanzi tutto da superare, una volta per sempre, le titubanze psicologiche. Molti credono che la telemedicina vada utilizzata solo quando non c’è la possibilità di assistere in modo diretto i malati. Non è sempre così. Le tecnologie, via via più evolute e affidabili, ci consentono di replicare i risultati, che si possono ottenere con il rapporto vis à vis fra medico e paziente. Il campo di azione si allarga e conquista territori che sembravano off limits. Oggi anche interventi chirurgici di grande specializzazione possono essere realizzati a distanza con la chirurgia robotica. Immagini un grande chirurgo statunitense e un paziente che si trova dall’altra parte dell’oceano. Ovviamente, a fianco di chi si deve sottoporre all’intervento, è sempre necessaria la presenza diretta di un medico, ma i potenziali vantaggi, anche in un settore così delicato, restano enormi”. Professore provi a immaginare quello che potrebbe accadere da qui a vent’anni. Dove arriverà la telemedicina? “Mi sento di dire che, al cospetto della malattia, saremo tutti meno soli.  Dovunque ci troveremo. Nella nostra casa, in aereo, in treno e finanche in uno sperduto villaggio ai margini del mondo civilizzato. I confini futuri sono difficili da stabilire. Le nuove tecnologie hanno infranto anche le più granitiche certezze. La chirurgia robotica, ad esempio, ha dimostrato che la sottigliezza e la precisione di una sonda vanno oltre i limiti delle dita umane. Nel mondo che verrà da qui a vent’anni, si potranno curare i malati cronici, effettuare analisi ed elettrocardiogrammi, formare medici e paramedici senza che nessuno esca dalla propria casa. La prevenzione non sarà una prerogativa elitaria, ma potrà finalmente coinvolgere tutti i cittadini. Sarà un mondo più sano e, me lo faccia dire, anche più giusto”.

Marine Doctor

L’articolo descrive caratteristiche e potenzialità del software Marine Doctor, sviluppato dal C.I.R.M. per assistere il personale del bordo, le cui conoscenze mediche sono limitate, a formulare una corretta richiesta di assistenza telemedica marittima. Partendo dal sintomo più appariscente Marine Doctor , grazie ad un sistema di intelligenza artificiale, guida alla ricerca di eventuali altri sintomi in modo da realizzare una richiesta di assistenza il più possibile precisa e circostanziata al medico del C.I.R.M. Richieste di assistenza più precise e dettagliate faciliteranno un più rapido inquadramento diagnostico, con indubbi vantaggi in termini di precisione e personalizzazione delle terapie, che saranno instaurate più rapidamente. Per maggiori informazioni scrivere ad: info@cirm.it Leggi qui: Maritime Telemedicine Design and Development of Marine Doctor

Infarto a bordo del peschereccio, salvato dalla Capitaneria di Porto

La sala operativa della Guardia Costiera di Venezia ha prestato soccorso ieri sera a bordo di un peschereccio a circa 19 miglia dal porto di Chioggia: uno dei cinque membri dell’equipaggio aveva accusato un forte dolore al petto, sintomo presumibilmente di un principio di infarto in corso. Il comandante del peschereccio ha richiesto immediata assistenza medica. Il personale del nono Centro di Soccorso Marittimo del Veneto in servizio presso la sala operativa di Venezia in coordinamento con la Capitaneria di Porto di Chioggia ha allertato la motovedetta di soccorso CP826 che, mollati gli ormeggi, è stata indirizzata verso la zona ove si trovava il motopesca, che nel frattempo si era diretto verso il porto di Chioggia. Si è provveduto a mettere in contatto telefonico l’equipaggio del peschereccio con personale medico del servizio Cirm – Centro Internazionale Radio Medico, specializzato per l’assistenza sanitaria ai marittimi a bordo di unità in navigazione, che hanno diagnosticato al marittimo una presunto angina pectoris. In poco più di 30 minuti la motovedetta ha intercettato il motopesca e dopo aver trasbordato il marittimo, si è diretta verso Chioggia dove l’uomo è stato affidato alle cure del 118, nel frattempo giunto con automedica in banchina. Leggi la news : Infarto a bordo del peschereccio